Il 16 settembre 2008 al MAE, I riunione del Comitato consultivo per le Conferenze Italia-America latina: Presidente il Sottosegretario Scotti; Coordinatore l’ex Sottosegretario Di Santo.
Il 17 luglio 2008 viene emanato il decreto MAE n. 47 che istituisce il Comitato consultivo per le Conferenze Italia-America latina. Presidente del Comitato consultivo è il Sottosegretario, on. Enzo Scotti, e Coordinatore l’ex Sottosegretario, sig. Donato Di Santo. Membri del Comitato consultivo sono nominati: il Segretario Generale dell’IILA (Amb. Paolo Bruni); il Direttore del CeSPI (dott. José Luis Rhi-Sausi); il Presidente della RIAL (sen. Gilberto Bonalumi; il MAE attraverso il Direttore Generale per le Americhe (Amb. Giovan Battista Verderame); la Regione Lombardia; il Comune di Milano. Con aggiunte successive al Decreto, il Ministro nominerà anche: la camera di Commercio di Milano; l’Istituto IRER, di Milano; l’Istituto IPALMO di Roma.
Il 25 giugno 2008 sul quotidiano Il Sole 24 Ore, articolo di Alessandro Merlo "
L’America latina mette d’accordo la politica italiana ”.
Il 23 giugno 2008, a Milano, la RIAL del senatore Bonalumi indice una riunione di lavoro delle istituzioni milanesi, presente il Sottosegretario Scotti, in preparazione della IV Conferenza Italia-America latina. Tengo una relazione a questa riunione.
Il 12 giugno 2008 il nuovo Ministro degli Esteri, Franco Frattini, mi invia una lettera ufficiale in cui, accogliendo la proposta del suo predecessore D’Alema, mi annuncia l’imminente istituzione, con decreto MAE, del Comitato consultivo per le Conferenze Italia-America latina, e mi invita ad essere il Coordinatore dello stesso. In un incontro formale con il Capo di Gabinetto del Ministro, Amb. Economides, accolgo l’invito, ponendo come unica condizione che l’incarico sia totalmente volontario e gratuito.
Il 1 aprile 2008: lettera del Ministro degli Esteri, uscente, Massimo D’Alema, al Segretario generale della Farnesina, Giampiero Massolo, in cui si propone l’istituzione, a cura del governo entrante, di un Comitato consultivo per le Conferenze Italia-America latina, quale strumento permanente di politica estera verso il sub continente americano. Vi si propone, altresì, di affidare all’ex Sottosegretario del governo di centro-sinistra uscente, Di Santo, il coordinamento del Comitato (posto che la presidenza dello stesso deve essere del Sottosegretario in carica), quale esplicita manifestazione della volontà che questo organismo sia di carattere statale e non di emanazione governativa.
All’inizio del 2008, caduto il governo Prodi, e mentre eravamo ancora in carica per il disbrigo degli affari correnti, il Ministro D’Alema scrisse una lettera al Segretario generale della Farnesina, Amb. Massolo, con una proposta per il successivo Ministro degli Esteri: rendere stabile e non disperdere tutto il lavoro fatto nei nostri "20 mesi”.
Vi si proponeva di istituire un organismo permanente che, come il segretariato iberoamericano, non fosse strettamente "del” governo ma di Stato, e questa sua caratteristica fosse sancita dalla presenza bipartisan dell’ex Sottosegretario del governo di centrosinistra, cioè io.
Il nuovo Ministro, Franco Frattini, accolse questa proposta e con decreto del MAE istituì, con durata triennale, il Comitato consultivo per le Conferenze Italia-America latina composto da MAE, IILA, CeSPI, RIAL, Regione Lombardia, Comune di Milano, presieduto dal Sottosegretario di turno (in quel caso l’on. prof. Vincenzo Scotti). Contemporaneamente, per rimarcare il carattere non "governativo” ma di Stato di questo organismo, mi propose di coordinarlo. Accettai, ponendo come unica condizione che questo fosse un incarico totalmente volontario e gratuito. Successivamente il Ministro, su proposta del Sottosegretario Scotti, aggiunse nel Comitato consultivo anche Camera di Commercio di Milano, IRER (ente della Regione Lombardia), e l’IPALMO.
Per tre anni, quindi, ho avuto la possibilità di collaborare con il Sottosegretario Scotti, per quanto riguardava la preparazione e la gestione delle Conferenze (la IV, a Milano, e la V, a Roma). Devo dire che è stata una esperienza molto positiva: in Scotti ho ritrovato le radici profonde di una politica antica ma non vecchia, basata sull’ascolto, sul rispetto delle altrui posizioni e sulla collaborazione, pur nella diversità. Nel corso di questi tre anni mi sono chiesto come potesse, un uomo della sua storia, cultura e sensibilità, far parte di un governo come quello Berlusconi. La risposta mi è poi arrivata dai fatti: il professore Scotti, con un gesto carico di dignità, poche settimane dopo la conclusione della V Conferenza Italia-America latina, rassegnò le proprie dimissioni da Sottosegretario del governo Berlusconi, come segno estremo (forse tardivo?), di presa di distanza.